Trentino progetto clima      

Dal mese di marzo 2007 sono stati istituiti in Trentino alcuni gruppi di lavoro su temi specifici legati ai cambiamenti climatici, i cui contributi confluiranno poi in un documento di sintesi programmatico che sarà presentato nella conferenza prevista durante le giornate di Trentino Clima 2008. Il documento di sintesi prevede, per i diversi settori, delle indicazioni su impegni e azioni da inglobare nell’attività di programmazione politica nei confronti dei cambiamenti climatici.

Il coordinamento delle attività dei sei gruppi di lavoro avviati e i rapporti con i settori della società civile interessati ai temi trattati sono stati curati dal Dipartimento Protezione civile e tutela del territorio, in collaborazione con il Servizio relazioni esterne e l’Ufficio stampa della Provincia.
Il coordinamento delle attività si è avvalso anche della consulenza dei relatori scientifici al convegno, l’ingegner Fabrizio d’Adda, amministratore delegato di Dyna Network di Milano con una lunga esperienza all’Eni, e il dottor Filippo Giorgi, responsabile della Physics of Weather Section presso l’International Centre for Theoretical Physics di Trieste. Un apporto è giunto inoltre dal professor Mario Diani, preside della Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento.

Questo l’elenco dei gruppi di lavoro avviati con gli obiettivi specifici:

1) Analisi e monitoraggio del clima
(Dipartimento Protezione civile e tutela del territorio – ing. Claudio Bortolotti)

Pianificazione del monitoraggio dei principali parametri meteoclimatici attraverso le reti di misura presenti sul territorio;
Programmazione delle attività di controllo della qualità dei dati, di elaborazione degli stessi e di fornitura di servizi e prodotti alle diverse tipologie di utenza;
Collaborazione alla sperimentazione e verifica di modelli climatici predittivi ad alta risoluzione per la regione alpina;
Programmazione delle collaborazioni e relazioni con partners italiani ed europei che riguardano la climatologia;

2) Gestione delle risorse idriche
(Dipartimento Protezione Civile e tutela del territorio – ing. Claudio Bortolotti)

Individuazione delle strategie di gestione delle acque tenendo conto dei numerosi ambiti coinvolti: le acque per uso potabile, la sicurezza, l’utilizzo energetico, industriale, agricolo e turistico, la conservazione e tutela dei ghiacciai;

3) Turismo
(Dipartimento Turismo, commercio, promozione prodotti Trentini – dott. Paolo Nicoletti)

Individuazione delle strategie di pianificazione delle attività turistiche che tengano conto in particolare delle conseguenze più significative attese dai cambiamenti climatici e che riguardano in particolare il turismo invernale legato alla pratica dello sci;

4) Energia e industria
(Agenzia provinciale per l’energia– ing. Roberto Bertoldi)

Individuazione delle strategie necessarie per ridurre il consumo di energia (edilizia pubblica e privata, produzione di energia, mobilità e trasporti, industria, ecc…) e per investire nelle forme di energia alternative all’uso dei combustibili fossili;

5) Ambiente e Pianificazione
(Dipartimento Urbanistica e ambiente – dott. Fabio Scalet)

Un contributo per la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici derivanti dalla pianificazione delle misure per la qualità dell’acqua e dell’aria, con particolare riguardo al Piano di tutela delle acque e al Piano della qualità dell’aria, nonché alle relative misurazioni;
Individuazione e promozione delle azioni di educazione ambientale e per lo sviluppo sostenibile, nel quadro della programmazione in materia;

6) Informazione ed impatto sociale
(Ufficio Stampa)

Individuazione delle iniziative di informazione, comunicazione e sensibilizzazione finalizzate alla maggiore consapevolezza nella popolazione sui possibili effetti dovuti alle variazioni climatiche e a favorire comportamenti culturali e cambiamenti di stile di vita volti alla riduzione dei consumi energetici. Analisi comparata dei programmi e provvedimenti assunti dalle altre amministrazioni.


Oggetto delle attività dei gruppi sono state le evidenze messe in luce dal rapporto pubblicato da parte dell’Intergovernamental Panel on Climate Change (IPCC) a cui ha collaborato anche Filippo Giorgi. La prima è l’inequivocabilità del riscaldamento del clima, sia a livello globale che sulle Alpi. Legata a questa vi è la seconda considerazione di rilievo, ovvero la conferma scientifica che l’aumento dei gas serra generato dalle attività umane è responsabile per la maggior parte del riscaldamento globale osservato negli ultimi 50 anni.
Le proiezioni climatiche per il ventunesimo secolo, elaborate da una ventina di modelli climatici, indicano che il Mediterraneo e le Alpi, saranno le zone del pianeta dove gli effetti del mutamento climatico si manifesteranno con maggiore intensità.
In particolare nelle Alpi si prevede un aumento della temperatura media ed una riduzione della copertura nevosa e dei ghiacciai, un aumento della variabilità interannuale e della frequenza degli eventi estremi come le onde di calore ma anche di precipitazioni intense. La stagione invernale risulterà mediamente più mite ma probabilmente più piovosa mentre la stagione estiva è prevista più secca e più calda.
Gli effetti dei cambiamenti climatici in atto e previsti riguardano in particolare l’alterazione delle modalità di alimentazione del sistema idrico e quindi il problema della gestione della risorsa acqua, l’impatto sulle componenti primarie dell’economia e della società quali l’agricoltura, il turismo e le infrastrutture, l’impatto sulla salute umana.
Gli obiettivi dei gruppi di lavoro sono in sintesi: individuare misure per mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici e parimenti misure che favoriscano l’adattamento ai medesimi attraverso la riduzione degli effetti avversi alla salute, cercando di cogliere anche le eventuali opportunità che si potrebbero presentare; generare maggiore consapevolezza nella comunità locale circa gli effetti dei cambiamenti climatici e favorire cambiamenti culturali finalizzati a promuovere stili di vita che riducano gli sprechi energetici; contribuire concretamente alla riduzione delle emissioni dei gas serra pur nella consapevolezza della trascurabile incisività a livello globale a causa delle limitate dimensioni del Trentino.

 

 

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